Sono i piedi che danno il ritmo con quei colpi secchi e le suole particolarmente sonore.
I passi sono nervosi e complicati, ma lo sguardo è attirato dalle braccia arcuate, ampie, sempre enfatiche. I due ballerini si muovono in sincrono, dialogano e ruotano le braccia uno attorno all’altro in un abbraccio aereo che non sempre si allaccia. Talvolta ognuno dei due inizia degli arabeschi ignorando l’altro.
Le scene di gruppo sono particolamente impressionanti, sembra un plotone che si muove deciso con forti colpi di tacco.
Lo strumento d’accompagnamento principe è la chitarra che alterna arpeggi a colpi secchi, il gergo prevede una serie di tecniche con nomi quali: il golpe, l’alpazua, il pigado, i rasgueados, il pulgar.
Non manca la voce, gli archi e la sezione ritmica nella quale le nàcchere sono lo strumento più significativo.
Si mettano il cuore in pace coloro che sono diffidenti rispetto agli zingari, il flamenco è danza gitana e questo popolo errante dall’India alle colonne d’Ercole è il portatore di questa cultura musicale che mischia i “mori” e gli ebrei.
La stessa origine del termine potrebbe essere araba (Flamenco = “felag mangu” ovvero contadino sfuggente).
Dopo aver raccolto tradizioni che vanno dall’est all’ovest del continente spingendosi al cuore dell’Asia, la tradizione musicale che poi è diventata Flamenco si è fermata qui in Spagna e la sua capitale è l’Andalusia.
Secondo qualcuno
questa nobile arte, che sa essere allegra e solare, ma anche passionale o romantica e malinconica, nasce dalla seduttiva mescolanza delle culture mediterranee tradizionali e da dure condizioni di vita, come l’emarginazione ma anche come la dolorosa consapevolezza dell’esistenza: per questo risulta difficile oggi comprenderla fino in fondo e conserva intatto un indiscutibile fascino.
I primi cenni di quest’arte vengono fatti risalire al XVIII secolo, periodo in cui questa danza rappresenta la purezza del sentimento e della passione, legati ad uno stile di vita estremamente libero : nasce infatti come canto senza musica, che si aggiungerà solo in seguito. Verso la metà dell’Ottocento infatti il musicista gitano El Fillo porta alla ribalta il Flamenco cantando e musicando le gesta dell’eroico torero Paquito. Nasce così l’epoca d’oro del Flamenco, che si amplia, fino a contenere – a tutt’oggi – ben 40 ritmi diversi. Da allora i gitani inizianrono ad esibirsi nei locali di tutta la Spagna. (https://www.tierra.it/il-flamenco.html)
Proprio in Andalusia Andrea Tessaro è arrivato con la sua macchina fotografica.
Foto scattate a La Taberna Flamenca Pepe López a Torremolinos Andalusia Spagna http://www.tabernaflamencapepelopez.com/.
Fotocamera reflex full frame, obiettivo 70-200 f/2,8.
Fotografie di Andrea Tessaro
Per video sul flamenco vedi le tante opzioni disponibili su YOUTUBE, tra le altre, una a caso https://youtu.be/sLFH01qJT3k.