Sulle colline di Lugo di Vicenza si fronteggiano due ville, una di sicura provenienza palladiana, l’altra di meno certa attribuzione, di sicuro c’è solo un’addizione del Muttoni: si tratta di villa Godi Malinverni e di villa Porto Godi; la prima più sobria e alta, l’altra più estesa.
Si tratta di due splendide ville poste in una cornice di colline di grande interesse paesaggistico.
Ambedue possiedono due vasti parchi unificati, oltre che dal paesaggio, dal fatto di avere un progettista comune, l’architetto Antonio Caregaro Negrin.
Conosciuto principalmente come architetto civile e progettista di giardini, Caregaro Negrin dimostra di essere un geniale sperimentatore aperto agli stimoli culturali che gli vengono da viaggi ed esperienze, teorizza un nuovo linguaggio artistico capace di esprimere i valori dell’era industriale ed è precursore di soluzioni che saranno proprie del liberty.
Le sue opere sono disseminate in tutta la provincia berica. Le possiamo ad esempio ammirare a Vicenza, Montecchio Precalcino, Montegalda, Dueville, Monteviale, Santorso, Sandrigo, Piovene Rocchette, Montebello Vicentino, Recoaro, Arcugnano, Arzignano, Malo e Schio, città in cui lavorò intensamente per dar forma concreta alle idee del suo illustre committente, Alessandro Rossi.
Tra i suoi parchi più famosi sono il parco di villa Rossi a Santorso, il giardino Jacquard a Schio, il parco di villa Fogazzaro Roi a Montegalda, i giardini di villa Castellani a Malo, il parco delle fonti di Recoaro, …
Se il giardino davanti alla villa, opera giovanile di Andrea Palladio, è un classico giardino all’italiana, il parco sul fianco e sul retro della villa viene sistemato dall’architetto Antonio Caregaro Negrin secondo lo stile di giardino paesistico o all’inglese.
Si tratta di un parco molto esteso e percorso da oltre 1 km di viali. Il parco si articola in un laghetto, circondato da piante di alto fusto, e in una serie di sentieri che svelano angoli sempre diversi del parco: qui una radura lì un nucleo di alberi possenti, più in là un ponticello in legno.
Sul pendio posteriore alla villa palladiana il Caregaro Negrin è chiamato a progettare un parco nel quale si distacca dallo stile del giardino all’italiana del fronte per integrare la mutevolezza delle forme naturali con la varietà di espedienti presente nella sua “cassetta degli attrezzi” progettuale. Utilizza le specie arboree esotiche, il Tassodio è immancabile, attorno a scorci naturali composti da un laghetto e da una serie di grotte naturali.
Fotografie di Paolo Bicego