E’ l’alba, il cielo ancora un po’ grigio. I buoi arrivano lentamente trascinando la barca dal villaggio vicino. Attorno a loro pescatori, ma anche gente che non lavora sul mare eppure è lì, perchè la pesca, quel tipo di pesca ha bisogno di molta gente.
Ed è tutta questa gente che fa della pesca a Torreira un evento pieno di folklore. I buoi sono addobbati come per la festa.
Ora le barche vengono spinte in mare, ma quel mare è l’Atlantico: le onde sono poderose, un muro di spruzzi che ti rimanda indietro.
I buoi attendono pazienti, fra un po’ la loro forza sarà indispensabile.
Sono legati alla barca, ma ora devono lasciarla andare a prendere il largo, almeno quanto la fune può permetterlo.
Occorre aspettare il momento giusto, entrare in sintonia con il mare, superare l’onda e approfittare della risacca per remare vigorosamente verso il largo, mentre la gente ti spinge con lungi pali.
Spesso bisogna provare e riprovare.
Ecco finalmente ce l’hanno fatta, la barca prende il largo oltra le barriera della prima onda, ora tutto è più facile
La barca si allontana srotolando una rete, poi devia a sinistra e poi ancora a sinistra tornando verso terra. Ora un tratto di mare è racchiuso in quella rete. La forza dei buoi serve per tirare quella rete e tutto quello che vi è chiuso dentro sarà la pesca, centinaia di pesci intrappolati e portati a riva. Piccoli muscoli d’argento che saltano.
Sono talmente tanti che una parte deve essere pulita sul posto, poi messa ad essiccare al sole dell’estate portoghese.
Torreira, in Portogallo, è località costiera affacciata sull’oceano. Non schermati da ostacoli, i venti arrivano con tutta la loro forza, le onde sono così alte che il surf è uno sport molto praticato. Le maree possono arrivare a 3 m.
Un tempo, quando il turismo era poca cosa, la pesca con i buoi era praticata per la sussistenza del villaggio. Roberto ci è arrivato oltre 20 anni fa, negli anni novanta del secolo scorso.
Ci racconta Roberto Campagna, autore delle foto.
Sono arrivato la sera e ho dormito in una stamberga in riva al mare per essere pronto il mattino alle sei a documentare la pesca. Fortunatamente le condizioni del mare hanno permesso l’evento. Le persone ritratte sono pescatori, aiutati dagli abitanti del villaggio. Ora Torreira è un posto turistico ben pubblicizzato e con ottimi alberghi, ma prima era un povero villaggio.
Era nel mese di giugno e credo non fosse molto piacevole restare nell’acqua tanto tempo. Ho chiesto e ottenuto dal capitano la libertà di fotografare, ma non sono riuscito ad avere ulteriori contatti a causa della mia mancata conoscenza della lingua portoghese.
Di Roberto Campagna è stato pubblicato anche:
https://circolofotografico.wordpress.com/2015/09/18/il-funerale-di-ioan-contadina/
Roberto Campagna è fotografo amatoriale, socio e vicepresidente del Circolo fotografico scledense.
Scatta sempre in bianco e nero con una vecchia macchina a pellicola. Per gli altri le fotografie vanno scaricate sul disco fisso del proprio computer. Per Roberto la pellicola va tolta dalla macchina fotografica in un luogo senza troppa luce, poi si chiude nel suo piccolo laboratorio (“il garage era fin troppo grande e lì in fondo c’era anche la presa dell’acqua“). Al buio completo inserisce nella tanica la pellicola e gli acidi, sviluppa il rotolo poi accende la luce rossa a soffitto e comincia a stampare facendo prove e correggendo qua e là le zone troppo scure o chiare.
Quasi ogni foto è una stampa perché così si usava una volta.
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