Circolo Fotografico Scledense BFI

Vedere in bianco e nero

Esprimersi in bianconero

In questi ultimi anni possiamo affermare che la fotografia in BN si è via via imposta come mezzo d’espressione apprezzato oltre la stereotipata idea di inutile anticaglia da museo1.

Proviamo a pensare (ad es.) ad alcuni notissimi film (“La Dolce Vita”“La Notte”“L’Avventura”), secondo voi il colore avrebbe permesso a Fellini e ad Antonioni di mantenere quell’atmosfera, e di servirsi al massimo del potere espressivo delle immagini? Ne dubitiamo, come dubitiamo che lo stupendo BN di alcune scene del film “La corazzata Potëmkin” di Eisenstein avrebbe potuto essere sostituito dal colore. (vedi foto piccole nr. 1 – 2 – 3)

Lungi dal mettere in discussione la validità del colore, questo panegirico intende soltanto richiamare l’attenzione sulla diversità del modo di pensare, di vedere e inquadrare, che è proprio della fotografia in BN.

La fotografia è essenzialmente saper vedere.

Che cosa si debba vedere è lasciato alla decisione del fotografo e certamente queste considerazioni di filosofia devono essere tenute ben presenti da chi si accinge a fotografare; soprattutto chi si appresta a fotografare in BN.

Aspetti tecnici a parte, sono dell’avviso che il compito più importante (per un fotografo) non è imparare ad usare il proprio apparecchio fotografico, né sviluppare (o post-produrre) correttamente i negativi ed eseguire stampe perfette, bensì imparare ad avere un occhio fotografico, saper guardare un soggetto sotto un nuovo punto di vista così da tradurre, in fotografia, ciò che intende realizzare.

Attenzione alle forme

Scattare in BN richiede attenzione alle forme, più di quanto non accada con il colore, nonché ai livelli di illuminazione; tutte cose importanti anche nel colore ma nel BN sono scelte decisive. (foto nr. 4)

Se fino a qualche anno fa, traguardando il soggetto attraverso il mirino a colori della macchina fotografica, occorreva “immaginare” la scena in BN oggi, con la nuova tecnologia, non è più necessario.

Una bella innovazione (per gli appassionati del BN) nonché un’aspirazione di quanti vedono in questo genere di fotografia una scelta di stile. un mood, un vero e proprio modus che muove le azioni del fotografo. Una innovazione che sicuramente non troverà sostenitori tra quanti sostengono che i file a colori possono essere convertiti, in fase di postproduzione, in vari modi in BN (con il metodo Desaturazione, metodo Lab – Russel Brown – Canale Alfa – Calcoli – Mappa sfumatura – Miscelatore Canale e molti altri); una considerazione più che sacrosanta, ma il risultato non è lo stesso.

Fotocamere in bianco e nero

Mi riferisco all’uscita sul mercato di una fotocamera Monochrom leggera e compatta, che permette di scattare solo in BN con un sensore CMOS full frame monocromatico (47,3 milioni di pixel effettivi), garantendo una risoluzione d’immagine che si sposa perfettamente con tantissimi generi fotografici, dal reportage alla ritrattistica, dalla foto di strada alla foto d’architettura.

Una fotocamera che presenta una stabilizzazione d’immagine con sistema di compensazione ottica (sia nel campo fotografico che video) nella quale è stato sostituito il filtro Bayer2 con un sensore monocromatico di nuova concezione che, non occupandosi più della gestione dei colori, permette alla fotocamera di migliorare la sensibilità in condizioni di scarsa illuminazione alzando la propria gamma dinamica a 13 stop e garantendo un bassissimo rumore sull’immagine anche a ISO elevati. (foto nr. 5)

Qualcuno si chiederà: Cos’è una matrice Bayer?

Una matrice Bayer è costituita da file alternate di filtri (RGB) rosso-verde e verde-blu, con la caratteristica di contenere il doppio dei sensori verdi rispetto a quelli rossi o blu. Ogni colore primario non riceve una frazione uguale dell’area totale perché l’occhio umano è più sensibile alla luce verde rispetto a quella rossa e blu. La ridondanza con i pixel verdi produce un’immagine che appare meno rumorosa e con dettagli più fini di quanto si potrebbe ottenere se ogni colore fosse trattato allo stesso modo.

Al di là delle mere specifiche tecniche questa fotocamera (bypassando i filtri colore) consente ad una maggiore quantità di luce di raggiungere la sua superficie comportando diversi vantaggi: una maggior resistenza agli ISO e la registrazione dei soli valori di luminanza che permettono di avere fotografie molto più nitide. (foto nr. 6 – 7)

Le foto, restituite da questa fotocamera, possono vantare tantissimi dettagli, una resa incredibile dei contrasti e (per i tanti paranoici della grana) una resistenza decisamente elevata alle alte sensibilità ISO.

Una fotocamera che ha richiamato in me l’essenzialità della fotografia pura e semplice, al contempo ricca di particolari e di bellezza; un prodotto attuale dal forte richiamo ai tempi passati, a quella fotografia nostalgica che metteva al primo posto la fotografia stessa, l’essenzialità dello scatto, un’esperienza incredibile che bisognerebbe provare. (foto nr. 8 – 9)

Per gli amanti del monocromatico, scattare con questa macchina fotografica, è una gioia per gli occhi e per tutti gli altri sensi che vengono letteralmente inebriati dalla resa delle immagini.

Fidatevi: se amate il BN, amerete alla follia questa macchina.

Scusate la mia distrazione: ho dimenticato di dirvi che la fotocamera in oggetto si chiama

Leica Q2 Monochrom

… una fotocamera compatta unica e, come tutte le fotocamere di fascia alta con qualità elevata sia nelle finiture del case e del sensore ha un punto debole: il suo unico punto debole è il prezzo; ma per questo ci si può sempre affidare ad un buon venditore di fiducia nella speranza di trovare un prodotto usato e affidabile ad un prezzo abbordabile. (foto piccola nr. 10 – Q2 Monochrom).

Testo e foto di Giancarlo Torresani


1 È dal 1837 che il mondo conosce la fotografia monocromatica, mentre quella a colori è un’invenzione successiva (1861) ad opera di Thomas Sutton, ma solo a partire dagli anni trenta il primo rullino f.to 35 mm divenne finalmente una realtà.

2 Prende il nome dal suo inventore, Bryce Bayer di Eastman Kodak. Bayer è anche noto per la sua matrice definita ricorsivamente usata nel dithering ordinato.

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