Circolo Fotografico Scledense BFI

Recoaro e l’arch. Caregaro Negrin

Tra il 1863 e il 1866 l’architetto Antonio Caregaro Negrin si dedica alla costruzione di villa Tonello, soprannominata “Margherita”. Si tratta di una casa di villeggiatura particolarmente ben riuscita e molto nuova nell’impianto architettonico.

Casa da villeggiatura

L’architetto abbandona il modello di casa di campagna tipico dei secoli precedenti e arriva ad un’immagine già moderna della casa di villeggiatura.

La villa sorge a sud dello stabilimento balneoidroterapico e al di là del torrente Prekel, in ottima posizione panoramica. Le cronache dell’epoca la ricordano come lussuosa dimora estiva della regina Margherita di Savoia, che vi ospitava le personalità più note del tempo.

L’opera è interessante per l’armonia con cui si uniscono elementi strutturali e formali diversi che concorrono a creare un’architettura dinamica. Due slanciate torri angolari ad impianto poligonale, di cui una sopraelevata rispetto all’intera costruzione, sporgono sensibilmente dal corpo centrale della facciata che si apre all’atmosfera con un elegante atrio di sapore classico al pianterreno e con una loggia di derivazione veneziana al piano nobile.

Sono andati ormai perduti gli arredi degli interni, ma restano intatte le decorazioni scultoree e pittoriche esterne che rivelano la cultura veneta e tardoeclettica dell’architetto.

La torretta belvedere, le finestre centinate impreziosite da lesene d’angolo e da motivi floreali, e soprattutto le testine d’angelo sporgenti dai serramenti in legno sono chiari annunci di un nuovo gusto che troverà risposta qualche decennio dopo con il Modernismo.

Gli edifici delle Terme

Recoaro fu località termale tra le più note in Italia. Negli anni settanta del XIX secolo il Ministero dei Lavori Pubblici bandisce un concorso a seguito del quale fu scelto il progetto dell’architetto Antonio Caregaro Negrin.

Gli interventi sul progetto originale furono molti, in primis da parte del Genio Civile che ne spostò la localizzazione. Conoscendo la complessità dell’iter e temendo che la concezione iniziale venisse stravolta in fase costruttiva, il Caregaro Negrin mette particolare accuratezza nel definire il progetto.

I disegni sono, quindi, ricchi di annotazioni che spiegano le varie fasi di costruzione dello stabilimento che viene ad incorporare in un unico nicchione le fonti Amara, Lornia e Nuova, le cui acque sono utilizzate dagli impianti delle cure termali. Scopo dell’architetto è, infatti, di unificare in un corpo organico la funzione delle fonti centrali per rendere agevole agli utenti la cura delle acque minerali, godendo di tutte le strutture medicoricreative col minimo dispendio di tempo. Questa esigenza di carattere essenzialmente praticofunzionale è risolta non solo ponendo lo stabilimento di fronte al palazzetto della fonte Lelia e vicino all’albergo Giorgietti, ma anche distribuendo sapientemente gli impianti tecnicosanitari (piscina, docce, bagni, palestra, ecc.), i servizi (camerini, cucine, scale, ascensore, ecc.) e i locali di ricreazione (caffè, sala concerti, salotti, ecc.).

Per rendere più dolce e pittoresco il corso del torrente il Caregaro Negrin costruisce aiole, finte grotte e macchie di alberi lungo le sue rive, oltre che agili ponti. Lo stabilimento balneoidroterapico, lodato dagli storici dell’Ottocento per l’installazione dei più avanzati impianti terapeutici allora conosciuti in Europa, rappresenta il risultato di un rigoroso e lucido disegno, frutto della cultura tecnico scientifica e artistica dell’architetto e della sua collaborazione con la Commissione Ministeriale. Il Nostro concepisce un edificio razionalmente costruito in ogni dettaglio, garantendone sia la funzione terapeutica, sia quella ricreativa.

Purtroppo durante la seconda guerra mondiale Recoaro divenne sede del comando generale dell’esercito tedesco e nelle fasi terminali della guerra l’edificio venne bombardato. Nella ricostruzione dell’edificio, risalente al 1952 e dovuta all’architetto Baciocchi, parte dalla struttura interna ottocentesca, tra cui il salone e alcuni camerini, è stata conservata, mentre l’architettura dei prospetti appare completamente alterata.

Antonio Caregaro Negrin architetto

Conosciuto principalmente come architetto civile e progettista di giardini, Caregaro Negrin dimostra di essere un geniale sperimentatore aperto agli stimoli culturali che gli vengono da viaggi ed esperienze, teorizza un nuovo linguaggio artistico capace di esprimere i valori dell’era industriale ed è precursore di soluzioni che saranno proprie del liberty.

Le sue opere sono disseminate in tutta la provincia berica. Le possiamo ad esempio ammirare a Vicenza, Montecchio Precalcino, Montegalda, Dueville, Monteviale, Santorso, Sandrigo, Piovene Rocchette, Montebello Vicentino, Recoaro, Arcugnano, Arzignano, Malo e Schio, città in cui lavorò intensamente per dar forma concreta alle idee del suo illustre committente, Alessandro Rossi.

Tra i suoi parchi più famosi sono il parco di villa Rossi a Santorso, il giardino Jacquard a Schio, il parco di villa Fogazzaro Roi a Montegalda, i giardini di villa Castellani a Malo, il parco delle fonti di Recoaro, …

Ad Antonio Caregaro Negrin nel 2022 è stata riservata una mostra antologica e un libro con le fotografie del nostro Circolo Fotografico, altre notizie si trovano QUI.


Le foto di questo articolo sono di Paolo Tomiello e Giuliana Conchi

Per approfondire

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Questa voce è stata pubblicata il 07/01/2023 da in Gallerie con tag , , , .
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