“L’architettura si fotografa diritta” è una delle regole base del fotografo; ogni volta che ruotiamo la macchina fotografica verso l’alto inevitabilmente si crea un punto di fuga prospettico cui le linee verticali convergono.
Per ovviare a questo problema si sono studiate soluzioni ottiche molto complesse come gli obiettivi decentrabili che consentono di spostare il complesso delle lenti rispetto al centro della pellicola (o del sensore) e così, senza ruotare la macchina verso l’alto, si riesce a inquadrare la parte alta dell’immagine e mantenere le linee verticali parallele.
Per approfondire la questione c’è un articolo di Andrea Tessaro consultabile qui.
Con la fotografia digitale la luce non viene più fissata su pellicola, ma memorizzata punto per punto su un dispositivo elettronico e diventa molto più semplice elaborarla. Ed ecco che i programmi di sviluppo fotografico permettono di rendere parallele le linee verticali pur partendo da una foto scattata dal basso verso l’alto.
La geometria è perfetta, ma c’è uno scotto da pagare: gli oggetti non geometrici vengono innaturalmente deformati, come si può vedere dall’immagine sottostante che è un particolare della facciata raddrizzata.
Ad evitare eccessive complicazioni (chi ha una obiettivo decentrabile nello zaino?) od elaborazioni non sempre opportune, il linguaggio fotografico accetta le linee cadenti purché vi sia un senso di ordine che di solito si raggiunge con almeno una linea verticale in posizione centrale nella foto.
Un esempio nella foto seguente caratterizzata da linee fortemente inclinate, ma tutte ruotano attorno all’asse centrale.
“Se non puoi fare una fotografia diritta allora devi farla completamente storta” questa l’eccezione alla regola base. Non le linee tutte un po’ storte che danno un senso di trascuratezza e disordine ma una vigorosa scelta compositiva, come nella fotografia sottostante.
Tutti sappiamo che è sempre possibile tradire le regole e operare con assoluta libertà; tuttavia la fotografia ha sviluppato un proprio linguaggio che è opportuno conoscere anche per sviluppare un proprio stile personale.
Ne parliamo con Giancarlo Torresani, docente di fotografia e critico fotografico, che incontreremo
Presenterà una conferenza multimediale dal titolo “Fotografia & ARCHITETTURA – Una grande scrittura dell’umanità”.
Verranno trattati i seguenti argomenti:
La serata è aperta a tutti
Le fotografie di questo articolo sono di Renzo Pietribiasi, Andrea Tessaro, Giuseppe Santamaria e Paolo Tomiello.