Andò male quella mostra inaugurata il 15 aprile 1874 nello studio di Nadar al numero 35 del Boulevard des Capucine a Parigi. Dei 163 esposti furono venduti pochissimi quadri e gli incassi non bastarono a coprire le spese delle cornici e tanto meno delle tele e dei colori.
Quella pittura promossa da Monet, ma che ogni artista interpretava in modo personale, non piaceva. La figura non era definita, sembrava fatta da un miope, bastava vedere quel quadro di Monet, Impressione sole nascente, schizzato, non finito sembrava un bozzetto preliminare e non un quadro finito, al limite poteva essere fatto da un bambino e neppure tanto abile con il pennello.
un imprenditore cui i quadri piacevano e anche i suoi autori.
Erano giovani che abbandonavano l’atelier per muoversi per strada, usavano cavalletti leggeri e colori in tubetto. Poi neppure li mischiavano, i colori, prendevano un colore puro e facevano una pennellata o addirittura un puntino, poi ne prendevano un altro e giù un’altra pannellata, così tutto diventava vago, indistinto. “Impressionisti” non pittori, scrisse con disprezzo il critico Louis Leroy sul quotidiano Le Charivari e ignorava di stare per prendere una delle più grandi cantonate della sua vita.
Invece Paul Durand-Ruel aveva fiducia in quei giovani e cominciò a comprare quadri di Monet, Manet, Pissarro, Degas, Renoir, … Ne comprò circa 12.000 e fece un grande affare, nel 2011 una delle cinque versioni dell’opera I giocatori di carte di Paul Cézanne è stata venduta per 250 milioni di dollari.
I legami tra gli impressionisti e la fotografia sono molteplici a partire dal fatto che la prima mostra in assoluto, quella che è considerata la nascita del movimento impressionista, fu tenuta nello studio di Nadar, uno dei primi fotografi. E poi la volontà di riprendere una scena velocemente anche a schizzo, spostandosi ora qui ora là; amavano cogliere la realtà dal vivo o, come dicevano loro, “en plein air”, molti loro soggetti sono poi diventati quelli dei fotografi, man mano che anche la fotografia poteva utilizzare strumenti più agili.
Non è un caso che qualche fotografo decida di cimentarsi con lo stile impressionisti, come Giuseppe Santamaria. Guardate le foto seguenti.
Stessa scena urbana, una comune scena cittadina, eppure guardate come vibra la seconda immagine.
Man mano che perdono esattezza le immagini assumono un sapore diverso, più emotivo, antico.
E se riguardano Parigi, le foto sono ancora più evocative.
Fotografie di Giuseppe Santamaria
Sullo stesso tema vedi anche: https://circolofotografico.wordpress.com/2018/04/15/pittura-e-fotografia-impressionismo/