È un albero alto, colonnare, con la chioma che si sviluppa all’apice cosicché a terra il terreno è sgombro e ombreggiato. La palma da cocco cresce su terreni sabbiosi, è resistente a gran parte delle malattie.
I popoli che la coltivano hanno imparato a sfruttare tutto della palma, dal frutto, al suo latte, al tronco e le foglie.
In primo luogo hanno imparato a distinguere la palma maschile da quella femminile. È quest’ultima che dona una linfa che esce dal tronco, basta tagliare un’estremità dei rami e lentamente fuoriesce un liquido zuccherino.
Dato che i rami si trovano tutti alla sommità ovvero a un’altezza da suolo che varia tra gli 8 e i 40 metri, ovvero sono alte come palazzi di 3 fino a 13 piani.
Ed ecco che l’operaio congiunge le mani e prega prima di inerpicarsi lungo una stretta scala che lo conduce lassù.
Poi si arrampica, senza cintura, portando con sé un machete e due o tre ciotole di cotto. Si raccolgono le ciotole posizionate il giorno prima, ormai piene, si dà una spuntatina al ramo e si pongono nuove ciotole vuote che domani saranno di nuovo piene.
Il liquido è denso e zuccherino ed è la base di una serie di prodotti alimentari.
Nell’uso orientale le donne stanno sedute su bassi appoggi o accovacciate sui talloni, davanti a un pentolone scaldato da fuoco di legna, rimestando continuamente.
Nella cottura il liquido si addensa e diventa la base per produrre dolcetti, caramelle, per aggiungerlo a torte, …
Il liquido si può far fermentare, lo zucchero si trasforma in alcool che viene distillato in grezzi pentoloni metallici posti su fornelli di mattoni alimentati da fuoco di legna.
Se invece del lattice si raccolgono i semi, da questi si può ricavare un olio utilizzato per cuocere. Il procedimento è insieme ingegnoso e rudimentale.
Una tronco con foro conico, un palo che sostiene una piattaforma dove il peso è rappresentato dal conducente. E così i semi vengono frantumati, schiacciati ai bordi del cono mentre da un foro esce l’olio.
Nel mondo di un tempo non si buttava via nulla e così il tronco serve per il legname, dalla corteccia si ricavano dei fogli utili per tetti, paraventi o pareti o perfino intrecci a forma di origami.
In tutto questo abbiamo dimenticato l’esemplare maschile della palma; non dà zucchero, non serve a fare la grappa, non si può mangiare.
Viene utilizzato il legno, le fibre e… le sue foglie servono a confezionare sigari dove viene avvolto un insieme foglie di tabacco caffé ed erbe varie. Un sigaro meno pregiato di quello del tabacco, ma poco costoso e sembra che sia apprezzato anche dalle donne.
Testo e foto di Renzo Priante
Le foto sono state scattate in Myanmar