“Mio fratello e io scendevamo spesso nel punto dove i fili del telefono marciavano lungo il crinale, …, attraverso un lungo tratto erboso fino al più grande dei nostri campi, e da lì fino ai margini della collina e poi su fino alla nostra casa. Ci sedevamo sotto quei fili, con le orecchie attaccate al palo metallico, e ascoltavamo il ronzio, il battito, il canto profondo del vento e mentre ascoltavamo, guardavamo gli uccelli, centinaia di uccelli, che atterravano, si tenevano in equilibrio, poi spiccavano il volo” (Doris Lessing, Sotto la pelle: La Mia Autobiografia. 1919-1962).
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Ovvero clausura, isolamento sociale. Per la prima volta nella nostra vita abbiamo sperimentato l’isolamento. Milioni di persone chiuse in casa o incatenate nelle immediate vicinanze mentre le strade erano deserte e un silenzio irreale popolava i nostri giorni e le nostre notti.
Per chi abita in prossimità della campagna la situazione può essere perfino piacevole. Avendo tempo a disposizione si esce e ci si guarda attorno, se si ha una macchina fotografica si sceglie un soggetto per le proprie foto.
Lorena ha volto lo sguardo al cielo, una lavagna azzurra sulla quale compaiono righe nere: i “fili della luce“, che sono la sosta preferita dagli uccelli.
Ed ecco un bel soggetto da fotografare: fili, antenne, reti ovvero una trama geometrica che si popola di vita.
È un tema che incanta con tutte le sue varianti. Si può fotografare il cielo all’alba quando predomina l’arancione o attendere il vento quando prevale un pattern di nuvole.
Di notte è la luna la protagonista.
Un cielo tempestoso ha reso più forte il contrasto tra la forza degli elementi e quel piccolo essere vivente.
Le reti dei campi sportivi dividono il cielo in trame e reticoli.
E infine questo uccello che si pavoneggia sullo sfondo di una nuvola tutta sua
Fotografie di Lorena Bassan