Lo Sri Lanka, conosciuto nel passato come l’ex colonia britannica di Ceylon, è uno stato insulare asiatico, al largo della costa sud-orientale indiana, dalla quale “gocciola” come una lacrima dell’India: è il soprannome dato a quest’isola per la sua forma particolare e per la sua vicinanza al subcontinente indiano.
Vasto quanto l’Italia settentrionale, lo Sri Lanka può ricordare anche la forma di una perla, simbolo questo delle preziosità dell’Oriente: dal lussureggiante ambiente tropicale, alla ricchezza dei resti archeologici, al fascino delle antiche tradizioni religiose e dei volti dei Sadhu, i santoni itineranti da un santuario all’altro.
La visita di questo paese deve assolutamente includere almeno un festival religioso. Tra i tanti, a cui si può assistere, presentiamo l’antichissima ricorrenza annuale di Kataragama, città sacra multi-religiosa, a circa 200 chilometri da Colombo, la capitale. Qui sorge un importante santuario induista dedicato al dio Skanda, divinità indù protettrice di Sri Lanka, dio della guerra e della vittoria, rappresentato come un bel giovane armato di lancia con accanto un pavone.
In occasione del Kataragama, folle di pellegrini provenienti da tutto il Paese si accampano con le loro masserizie lungo il Fiume delle Gemme, corso d’acqua sacro in cui i fedeli si immergono per i riti di purificazione, in preparazione della processione.
Il veneratissimo dio indù Skanda è riconosciuto anche dal buddismo come un custode della fede.
Non deve quindi sorprendere che questo festival tipicamente induista (12% di fedeli) veda la presenza anche di buddisti (70%) e addirittura di musulmani (9%).
Sulle bancarelle, accanto ai cesti di frutta da offrire alla divinità, può accadere di scorgere tra statuette di Budda e idoli indù una presenza cristiana (circa 8%) in un’immagine dell’Ultima cena .
Il Kataragama, immutato da ventiquattro secoli, copre l’arco di un’intera giornata: i sacerdoti guidano i riti che regolano l’adorazione di Skanda. I fedeli portano offerte di cibo, che dopo essere stato benedetto, viene in parte restituito ai donatori come alimento sacro, a garanzia che la loro richiesta verrà sicuramente esaudita.
Nel corteo che si va formando sfilano elefanti (Skanda è fratello minore di Ganesh, il dio dalla testa di elefante); seguono penitenti con le guance forate da parte a parte da spilloni e con le schiene trafitte da ami infilati a corde, per trainare un altarino o per issare in alto i corpi… danze… musiche… invocazioni…
Noci di cocco infuocate vengono spaccate ai piedi dell’altare, a preannunciare il clou della manifestazione: il rito notturno della camminata sui carboni ardenti dei fedeli, manifestazione della potenza del Fuoco divino, che tutto distrugge, ma anche rigenera. (ma questa è un’altra storia, la vedremo nella prossima puntata).
Testo di Giuliana Conchi
Immagini di Giuliana Conchi e Paolo Tomiello
Tutte le immagini originali, risalenti al lontano 1995, sono in diapositiva-colore, recentemente scannerizzate, trasferite in digitale e restaurate.
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