Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista. Francesco d’Assisi
Le mani vengono spesso correlate al lavoro. Mani sporche, impolverate dicono molto del lavoro svolto, della fatica impiegata, talvolta del destino di chi le porta.
È quando la nostra specie ha liberato le mani dalla deambulazione che queste si sono specializzate, dal semplice afferrare sono diventate capaci di movimenti sempre più fini. Chiunque a scuola abbia imparato a usare un semplice compasso si è reso conto di quanto controllo sia necessario e come questo controllo si acquisisca con pazienza finché la mano non diventi capace di movimenti sensibilissimi.
Le mani, femminili per lo più ma non solo, hanno per cultura acquisito capacità di movimenti finissimi quale quella di infilare un filo sottile nella cruna di un ago, attorcigliare un filo unico su sé stesso fino ad ottenere una superficie a due dimensioni elastica chiamata maglia.
Chi qualche volta si sia soffermato a osservare la meraviglia con cui con l’uso di un uncinetto sembra crearsi dal nulla un decoro prezioso, può capire l’eleganza del movimento delle mani.
Paolo ha cercato di cogliere quest’eleganza.
Fotografie di Paolo Bicego partecipanti alla mostra Il lavoro dell’uomo