Se oggi abbiamo la carta il merito è di Tsai Lun, un dignitario della corte imperiale cinese che nel 105 d.C. inventò un metodo di fabbricazione della carta utilizzando brandelli di stoffa usata, reti da pesca e corteccia d’albero.
L’invenzione fu subito un successo e Tsai Lun ricevette tutti gli onori perché era riuscito a trovare un metodo economico per fabbricare la carta e renderla alla portata di tutti; di certo, però, l’uomo non poteva immaginare quale impatto la sua invenzione avrebbe avuto nella storia dell’umanità: senza la carta, infatti, l’evoluzione, la diffusione e la conservazione nel tempo della cultura e delle informazioni sarebbe stata molto più difficile.
Nel suo Milione, Marco racconta di come a Pechino abbia veduto costruire dei fogli utilizzando varie fibre vegetali, come paglia di riso o canna di bambù.
Dalla Cina la fabbricazione della carta passò al Giappone dove divennero altrettanto e forse ancora più abili nel fabbricarla. La scoprirono gli arabi e furono questi ultimi a far approdare il prodotto e i segreti della sua fabbricazione in Europa.
… è divenuta insostituibile e lo rimane anche oggi quando schermi artificiali di incredibile sottilezza tentano di sostituirla.
Eppure questa resta ancor oggi indispensabile supporto per giornali, libri, quadri, manifesti, … La carta, con opportune e sapienti piegature può diventare perfino scultura, vedi gli origami giapponesi.
A Schio la carta diventa protagonista di una mostra, la quarta, che rende omaggio a un personaggio, Raoul Meel, del quale abbiamo già parlato qui: https://circolofotografico.wordpress.com/2017/12/16/leggero-come-la-carta/
Il titolo della quarta edizione della biennale Di Carta ‘Le cose non necessarie fanno bello il mondo’ è un invito alla riflessione sul ruolo della bellezza nella vita umana e insieme un omaggio a Raul Meel in occasione dell’inaugurazione dell’archivio Meel di Palazzo Fogazzaro a Schio. Lo spunto è infatti tratto dalla sua autobiografia d’artista Osservando le nuvole erranti (2011-2013):
“C’è chi crede che la bellezza del mondo sia futile, al contrario, sono le cose non necessarie che fanno bello il mondo”.
In un mondo governato dalle ferree leggi dei bilanci, idolatra del profitto e della produttività, soverchiato da esigenze materiali, è sulla gratuità, sulla leggerezza, sul tempo perso anziché speso, sull’inutilità ludica del bello che si vuole porre attenzione, invitando gli artisti ospiti a declinare la sregolata legge dell’inutile in opere e figurate riflessioni e a cantare con i segni e la carta la futile necessità della bellezza per i cittadini del XXI secolo.
Il tema viene affrontato da più di ottanta artisti di tutto il mondo, con una ricchezza di tecniche ed espressioni che anima le sale espositive e intesse una fitta rete di rapporti e contrappunti.
Secondo la formula ormai consolidata, una speciale attenzione è dedicata al paese ospite. È questo il turno della Finlandia, le opere dei cui artisti sono state co-selezionate da Seppo Salmi. Proprio alla finlandese Ulla Rantanen sarà conferita la medaglia d’oro alla carriera.
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Le fotografie sono di Andrea Tessaro