Con il termine “macrofotografia” si intende generalmente non tanto un “tema” fotografico (come ad esempio il ritratto o il paesaggio), quanto una ripresa in cui il soggetto è riprodotto con un rapporto di ingrandimento 1:1 o superiore.
Ogni obiettivo fotografico è caratterizzato da un rapporto di riproduzione raggiunto alla minima distanza di messa a fuoco. Questo rapporto è espresso, appunto, nella forma 1:4 (ovvero 0,25). Analogamente alla scala di riduzione di una carta geografica, questo significa che a 1 mm sul piano immagine corrisponderanno 4 mm nella realtà. Utilizzando una fotocamera con sensore “full frame”, l’area minima di messa a fuoco al rapporto di 1:1 sarà quindi di 24×36 mm.
Rapporto di ingrandimento 0,5x
Rapporto di ingrandimento 1x
Rapporto di ingrandimento 5x
Esistono vari sistemi per raggiungere (e superare) questo limite. Il più semplice è l’utilizzo di obiettivi macro, costruiti normalmente con lunghezze focali che vanno da 50 a 200 mm (equivalenti nel formato 35 mm). La differenza non sta nell’ingrandimento (che è quasi sempre 1:1), ma nella distanza minima di messa a fuoco: le focali più lunghe raggiungono il massimo rapporto di riproduzione a distanze maggiori.
I vantaggi degli obiettivi macro sono tanti, a partire dalla possibilità di mettere a fuoco all’infinito, quindi di utilizzare l’obiettivo anche per altri scopi. Sono ottiche in generale piuttosto nitide che tollerano benissimo l’accoppiata con un moltiplicatore di focale (un 100 mm macro f/2,8 con un moltiplicatore 1,4x diventa un 140 mm f/4 e rapporto di ingrandimento incrementato proporzionalmente). Infine sono tipicamente molto corrette per quanto riguarda la distorsione.
L’unico svantaggio è il costo, che aumenta con la lunghezza focale (obiettivi più grandi hanno elementi ottici più grandi).
Obiettivo macro 180 mm f16, ISO 100 treppiede
Obiettivo macro 180mm f11 +1,4x iso 100 treppiede
Un’altra soluzione consiste nell’uso di tubi di prolunga. Si tratta di semplici tubi interposti tra il corpo macchina e l’obiettivo, che hanno lo scopo di allontanarlo dal piano immagine. Questo fa diminuire la distanza di messa a fuoco minima aumentando l’ingrandimento.
Facciamo un esempio. Un classico 50 mm con rapporto di ingrandimento di 0,15 (1:6,67), abbinato a un tubo di prolunga di 40 mm, raggiunge un fattore di 0,95, quindi molto vicino all’1:1 (naturalmente è possibile combinare tubi di prolunga di diverse lunghezze). Il principale vantaggio di questo sistema risiede nei costi (esistono tubi di prolunga “universali” molto economici). Inoltre, non avendo elementi ottici, i tubi non modificano la qualità dell’obiettivo di partenza.
Gli svantaggi stanno
Un altro sistema prevede, infine, il montaggio di un obiettivo al contrario grazie ad appositi anelli di inversione. La principale controindicazione è dovuta alla perdita degli automatismi (controllo dei diaframmi e autofocus), per cui in questo caso sarebbe meglio utilizzare un obiettivo completamente manuale.
Obiettivo macro 180mm f16 +1,4x iso 400 treppiede
Obiettivo macro 180mm f16 +1,4x ISO 400 treppiede
Oggigiorno quasi tutti i nuovi obiettivi macro sono dotati di stabilizzatore. Tuttavia, avvicinandosi all’1:1, la profondità di campo è talmente ridotta che ogni minimo movimento della fotocamera si traduce in un vero e proprio “terremoto” dell’immagine nel mirino (o nel display): per avere foto “ferme” è sempre consigliabile munirsi di un solido treppiede. Un altro accessorio utile può essere il comando di scatto remoto, per evitare di far vibrare la fotocamera nel momento fatidico.
Si tratta, naturalmente, di indicazioni di natura generale: con un po’ di destrezza si possono ottenere ottime immagini anche a mano libera, tutto dipende da quant’è ferma la mano del fotografo.
Obiettivo macro 180mm f8 +1,4x iso 400 treppiede
Obiettivo macro 180mm f8 iso 400 treppiede
Obiettivo macro 180mm f11 +1,4x iso 400 treppiede
Andrea Tessaro
Nel prossimo articolo: consigli pratici.
Di Andrea Tessaro vedi anche: https://circolofotografico.wordpress.com/?s=andrea+tessaro
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